I letti antichi erano monumentali col loro tipico baldacchino che nei modelli più vetusti formava una sorta di tettoia sostenuto da colonne agli angoli e più avanti, alla fine del quindicesimo secolo, fu arricchito da tendaggi pesanti che preservavano dal freddo.

Fu durante il Rinascimento che i letti divennero opere architettoniche assai articolate e fastose che con il Barocco si fecero maestose ed esuberanti per le strutture assai lavorate e per le imponenti testiere.

All'epoca di Luigi XIV, in Francia, i letti si ponevano al centro della stanza ed erano pertanto definiti "da parata".

I letti del Settecento erano invece più morbidi e semplici nelle proporzioni e nelle linee: più piccoli, risultavano più armonici e intimi, molto simili a quelli attuali.

Il letto Luigi XVI era per esempio molto lineare, privo di troppi ornamenti, con testiera elegante e gambe appena mosse.

Nell'Ottocento gli artigiani e gli artisti si divertivano a realizzare soluzioni di arredo usando tutta la loro creatività, abbinando coerentemente ogni elemento con l'altro tenendo conto dei colori e delle linee.

Ecco come nacquero letti raffinatissimi, che iniziarono a essere accostati alla parete per il lato lungo e a essere sormontati da baldacchini a corona o a cupola.

Il letto "en gondole" o "en bâteau", che si ispirava all'antico Egitto, si sviluppò con lo stile Impero e si mostrava massiccio e importante; poggiava su una pedana a forma di rettangolo e possedeva lati arrotondati.

Nell'Ottocento convivevano sia letti più romantici e semplici sia modelli rigidi e massicci, alcuni dei quali rappresentavano intarsi geometrici e floreali oppure paesaggi con scene bucoliche.

Nei primi anni del Novecento il letto non appariva così tanto diverso rispetto a prima ma cominciò a mutare nella seconda metà del secolo quando potè essere arricchito con nuovi materiali plastici quali il poliuretano e quando nacque il divano-letto, struttura tipicamente novecentesca che risolveva i problemi di spazio delle famiglie.